LA CONOSCENZA COME FONTE DI VANTAGGIO COMPETITIVO

LA CONOSCENZA COME FONTE DI VANTAGGIO COMPETITIVO

Le risorse più importanti nel processo di creazione del valore per un’azienda sono le risorse umane, ossia l’insieme delle persone che prestano la propria attività lavorativa. Numerosi studi hanno riscontrato che non tutte le risorse sono funzionali alla creazione di valore, ma che lo sono soprattutto quelle risorse basate sulla conoscenza. Essa è una delle principali fonti del vantaggio competitivo di un’impresa ed è diventata l’elemento da sviluppare per favorire la continua generazione di valore. Essendo la conoscenza un fattore intangibile, lo rende difficilmente imitabile e quindi più adatto a generare un vantaggio rispetto ai concorrenti. In più, essa non si consuma con l’uso, ma si sviluppa e dà vita a nuova conoscenza.

Global cosmesi da anni investe in risorse giovani e preparate che arrivano dall’università di Ferrara per tirocini e tesi di laurea e poi vengono assunte per le loro abili capacità. A tal proposito oggi Global si congratula con Assunta Nappo del team della Ricerca e sviluppo, che  dopo la sua laura in Farmacia ha concluso con un fantastico 30 e lode il diploma di specializzazione in Scienze e tecnologie cosmetiche. Assunta, conosciuta come Susi, ha elaborato una tesi in un tema estremamente attuale sulla  cosmetica green e certificata che ha avuto modo di sviluppare all’interno dei laboratori Global cosmesi, per renderlo fruibile ai nostri clienti più attenti del mondo professionale capelli.  Ce ne parla in una breve intervista.

Quali sono i trend cosmetici del mondo green?

Negli ultimi anni l’interesse dei consumatori per la sostenibilità e la naturalità dei prodotti ha investito prepotentemente il settore cosmetico e con la stessa modalità con cui si è verificato in precedenza nel settore agroalimentare. Ad oggi, però, non esiste una chiara definizione di cosmeticogreen” che guidi le aziende nello sviluppo di prodotti che rispondano a queste esigenze del mercato. Anche la più recente ISO 16128, concernente le “Linee guida per la definizione ed i criteri relativi a ingredienti e prodotti cosmetici naturali e biologici” e che nasce con l’intento di unificare queste terminologie, non ha soddisfatto a pieno le esigenze del produttore.

Cosa deve aspettarsi il consumatore?

Il pericolo è quello di incorrere in prodotti cosmetici finiti che vantino impropriamente, tramite diversi approcci comunicazionali, un’attenzione a tali tematiche. È “greenwashing” il termine che è stato attribuito a questo fenomeno alcuni anni fa. A fronte di questa carenza normativa, nel corso degli anni si è assistito alla nascita di diversi enti certificatori privati che si propongono di sostanziare queste tipologie di claims contribuendo a fare chiarezza nella confusione che si è creata. Nonostante alcune similitudini, queste certificazioni, tra cui possiamo annoverare COSMOS e NaTrue, presentano differenze sostanziali nelle modalità di classificazione delle materie prime e del prodotto finito.

 Cosa devono fare le aziende per certificare un prodotto green?

Per poter aderire agli standard, le aziende cosmetiche devono seguire alcune regole governate dai principi di precauzione e sicurezza a tutti i livelli della catena produttiva, dalla produzione delle materie prime alla distribuzione del prodotto finito. Potremmo pensare a questi enti come dei mediatori tra consumatori finali e aziende produttrici, con la loro attività di trasparenza verso i primi e di controllo nei confronti dei secondi. Sebbene questa tendenza del mercato porti a nuove e grandi opportunità per il formulatore con esse accrescono anche le sfide.

Quale è stato il focus del tuo elaborato?

Questo lavoro si è concentrato sulla certificazione dello Standard COSMOS, sia dal punto di vista teorico che pratico, applicandolo alla formulazione cosmetica ed evidenziandone i requisiti necessari allo sviluppo di formule certificabili. In particolare, l’attenzione si è focalizzata sul settore hair care, sottolineando l’importanza dello sviluppo di prodotti cosmetici certificati efficaci e sensorialmente gradevoli. Questo obiettivo non è semplice da raggiungere perché spesso, al netto delle limitazioni in termini di ingredienti utilizzabili, il processo di sviluppo diventa molto complesso e gli sforzi che il formulatore deve affrontare per formulare un cosmetico che sia stabile, gradevole, performante e certificabile possono essere enormi. Gli sforzi si moltiplicano quando questo cosmetico viene paragonato a quello tradizionale o convenzionale, ovvero basato su ingredienti anche di sintesi. Il rischio è di assistere al continuo diffondersi di prodotti che, pur garantendo al consumatore il pieno rispetto delle regole dello Standard, trovano dei compromessi con tali aspetti, soprattutto in termini di performance.

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